Categorie: AmbientePublished On: 2 Aprile, 2019tag =

Cambiamenti climatici, una mozione per consegnare un pianeta migliore ai nostri figli

DATA

Aprile 2, 2019

CATEGORIE
CONDIVIDI

Un importante punto di partenza, quando si parla di cambiamenti climatici, è la necessità di prendere atto di un’accelerazione che coincide esattamente – se seguiamo la linea del tempo – con l’evolversi dell’industrializzazione su questo Pianeta.

Sulla connessione del surriscaldamento globale con le attività umane ormai la scienza è pressoché unanime. Possiamo dunque affermare che siamo dinanzi a un paradosso. Quattro miliardi di anni fa, le prime forme di vita nascevano quando gli ecosistemi del Pianeta riuscivano a mettere sotto terra l’anidride carbonica. Un processo tutt’altro che breve.

Oggi invece – ed è qui il paradosso – in un paio di secoli l’uomo ha “dissotterrato” gran parte di quell’anidride carbonica attraverso le estrazioni di petrolio e gas.

Le conseguenze sono già sotto i nostri occhi. E gli scenari sono tutt’altro che rosei: desertificazione, eventi meteorologici estremi, innalzamento del livello dei mari, diffusione di nuove e violente malattie, esodi di massa e crollo della biodiversità.

Non c’è più tempo né servono ancora analisi e approfondimenti. Bisogna agire, decidere a diversi livelli, lasciandosi contaminare dalla pressione che si fa sempre più largo nella società civile, nei territori che si sentono a ragione più esposti alle conseguenze di questo fenomeno.

“Il cambiamento climatico è la sfida chiave del nostro tempo. La nostra generazione è la prima a sperimentare il rapido aumento delle temperature in tutto il mondo e probabilmente l’ultima che effettivamente possa combattere l’imminente crisi climatica globale”: queste sono le parole che il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha sottoscritto con altri Capi di Stato e di Governo, in occasione della Conferenza delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico, a dicembre scorso in Polonia.

Questo deve essere un impegno di tutti, portato avanti con forza, determinazione, resilienza, programmazione e lungimiranza.

Non c’è più tempo, dicevamo, e molto probabilmente siamo l’ultima generazione in grado di invertire la rotta prima che sia troppo tardi. Nell’immaginario collettivo l’emergenza climatica è associata alla foto di un orso polare smagrito e alla deriva su una piccola lastra di ghiaccio. Ecco, forse dobbiamo rimodulare quell’immagine: se vengono meno i ghiacciai, se interi ecosistemi collassano, su quella superficie di ghiaccio alla deriva potrebbero finirci – e non solo metaforicamente – degli esseri umani.

Il punto è proprio questo: gli impatti del surriscaldamento globale sono devastanti anche per l’uomo. Basta pensare alle centinaia di migliaia di persone costrette ad abbandonare la propria terra per le conseguenze della desertificazione, della siccità o comunque delle condizioni di vita estreme. In Europa 400mila persone muoiono ogni anno per malattie legate alla cattiva aria. In Italia sono 90.000 i morti da inquinamento atmosferico. Sempre in Europa ci sono 68 mila km di coste, 161 milioni di ettari di foreste, 54 mila km di ghiacciai. Questo prezioso patrimonio è messo in pericolo dall’aumento della temperatura, 1 grado in media negli ultimi 50 anni, e dal consumo di suolo che ha divorato 19 milioni di ettari di territorio.

Bisogna fare di più, con un’azione rapida, decisiva e congiunta, tutti insieme, ciascuno per la propria parte.

I dati del 5° Osservatorio nazionale sullo stile di vita sostenibile ce lo confermano: oltre il 90% degli italiani è attento alla raccolta differenziata, crede che si debba potenziare il trasporto pubblico e si sente responsabile per le generazioni future. Insomma, i presupposti per cambiare marcia e riconvertire l’economia in chiave sostenibile ci sono tutti: questo cambiamento è sentito come prioritario dai cittadini e non possiamo accettare che venga bloccato per interessi lobbistici, perché è in gioco il futuro di tutti noi!

Anche questa volta i giovani ci hanno insegnato qualcosa, hanno fatto da battistrada: sono scesi in tutte le piazze del mondo, con i loro cartelli colorati, con i loro sorrisi, la loro spensieratezza unita alla loro forza, con la loro sana e genuina verità stampata negli occhi. Hanno chiesto ai Governi di tutto il Mondo di fare di più, di mettercela tutta, di preoccuparci del loro futuro.

E noi ci siamo, ci sentiamo più forti perché sappiamo di rappresentare la volontà di cambiamento espressa dai cittadini e in particolare dai più giovani, che evidentemente sono più in grado di portare una visione a lungo termine!

C’eravamo il 15 marzo in piazza al loro fianco, senza bandiere, ci siamo oggi e ci saremo domani per programmare un vero cambio di paradigma in tema di politiche ambientali.

Per decenni questo Paese ha subito le conseguenze di scelte scellerate e di patti di potere con i signori delle fonti energetiche fossili che ancora fanno sentire il loro peso: in passato la politica, purtroppo, ha sempre appoggiato le peggiori politiche ambientali!

Basti pensare al cosiddetto Sblocca Italia o al boicottaggio del referendum che ci avrebbe consentito, già nel 2016, di abbandonare le trivelle e virare in maniera decisa verso l’efficienza energetica e le ecoenergie!

Come forza di Governo, ci siamo fatti carico di avviare noi questa inversione di rotta: stiamo investendo, nel periodo 2019-2033, 3,7 miliardi di euro per la mobilità sostenibile, altri 33 milioni per attrezzare il Paese con impianti di ricarica per i veicoli elettrici. Stiamo incentivando l’acquisto di veicoli ecologici con sconti fino a 6.000 euro.

Abbiamo dato il via alla Piattaforma italiana del fosforo, che ci consente di trasformare in opportunità una criticità ambientale: anziché acquistarlo da altri Paesi lo sottraiamo ai fanghi, rendendoli meno inquinanti.

Abbiamo stanziato 11 miliardi di euro per aprire i cantieri per l’ambiente, investendo finalmente in manutenzione, in prevenzione e mettendo in sicurezza il nostro territorio contrastando il dissesto idrogeologico, anche da eventi atmosferici estremi. Lo stiamo facendo in modo particolare attraverso il Piano che sospende l’attività di ricerca e di estrazione di idrocarburi in un’ottica di sostenibilità ambientale, sociale ed economica. Basta favori alle lobby del petrolio!

Stiamo rimodulando la politica energetica nella direzione della decarbonizzazione, una riconversione ecologica dell’economia che vuol dire sviluppo industriale coniugato a scelte ecologiche, con un cambio di mentalità a favore della salute e del lavoro. Tutto attraverso una transizione verso una conversione energetica e produttiva del Sistema Italia. Tutto questo è racchiuso nel cuore del Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima 2030, presentato pochi giorni fa. Un piano ambizioso che ha bisogno della collaborazione di tutti, con il cittadino al centro della transizione energetica.

E non si dica che queste scelte mettono in pericolo i posti di lavoro! È un falso storico, una voce priva di fondamento: basti pensare che ogni miliardo nel carbon fossile genera 500 posti di lavoro, mentre quello stesso miliardo, investito nel settore dell’efficienza energetica produce ben 15mila nuovi occupati!

Quindi è evidente che questa transizione non solo non lascia indietro nessuno, ma produce ricchezza e benessere diffusi. Altro che petrolio, altro che carbone!

Stiamo anche avviando processi concreti con la riconferma dell’ecobonus e puntiamo sull’economia circolare, pilastri di un futuro sostenibile. Stiamo lavorando per favorire la transizione verso le energie rinnovabili delle città, stiamo promuovendo la riqualificazione energetica degli edifici pubblici e privati, combattiamo il consumo di suolo, il nostro prezioso suolo che ci aiuta tra l’altro a contrastare gli effetti degli eventi meteorologici estremi e a ridurre la siccità. Il nostro piano prevede una progressiva riconversione ecologica del Paese, anche spostando gli incentivi dalle fonti inquinanti alle iniziative per l’efficienza e le energie pulite.

Stiamo portando avanti con forza e determinazione quello che si configura come un cambio di mentalità, prima che un cambiamento delle politiche. Come forza parlamentare e come Governo siamo consapevoli che ci sono tantissime cose ancora da fare, ma siamo sulla strada giusta, quella segnata dai cittadini e dalla scienza. La nostra mozione dice proprio questo: acceleriamo, corriamo più veloce possibile verso il futuro, ma che sia un futuro pulito e in grado di consegnare un Pianeta migliore alle prossime generazioni.

Che il cambiamento climatico sia l’origine di un cambiamento culturale che renda più giusta e sana la nostra economia e la nostra società!