Categorie: Ambiente, ComunicatiPublished On: 24 Settembre, 2019

I CRITERI DEL NUOVO PIANO RIFIUTI DEL LAZIO: LA PROVINCIA DI FROSINONE. NON DOVRANNO ESISTERE CITTADINI DI A E DI SERIE B

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Settembre 24, 2019

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Con Delibera di Giunta Regionale n.592 del 2 agosto 2019 è stata pubblicata la proposta di nuovo Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti. Tra i documenti presenti c’è anche l’elenco dei criteri escludenti, criteri di attenzione e criteri preferenziali per la localizzazione degli impianti.

👉 La presenza di aree degradate o da bonificare è stata inserita tra i fattori preferenziali per la localizzazione di ogni sorta di impianto, che sia discarica, inceneritore o di trattamento.

‼Tra le osservazioni al Piano, diverse province tra cui quella di Frosinone, avrebbero proposto questo criterio in quanto tali aree sarebbero porzioni di territorio già compromesse. ‼ (Si, avete letto bene)

L’individuazione di aree industriali dismesse o aree degradate come aree in cui potenzialmente realizzare impianti che gestiscono rifiuti trae origine, in ogni altro piano di gestione dei rifiuti, sulla possibilità di riqualificare le aree stesse; nel nostro caso invece, sembra che tali aree siano considerate come irrecuperabili o come luoghi in cui alla luce di tristi precedenti di contaminazione ambientale si possa continuare ad inquinare.

Mi meraviglio che queste osservazioni vengono fatte proprio da chi oggi fa green washing e parla di sostenibilità ambientale.

👉E’ necessario cambiare immediatamente rotta, affinché gli sforzi di chi si prodiga nella bonifica di aree fortemente provate da decenni di inquinamento non siano vani e affinché non esistano cittadini di serie A e cittadini di serie B condannati a vivere per sempre in aree degradate.

Nulla sembra essersi mosso invece sul fronte della prevenzione degli incendi negli impianti di gestione rifiuti autorizzati dalla Provincia

Malgrado l’incendio della scorsa estate alla Mecoris e gli sforzi del Parlamento che lo scorso ha introdotto delle norme più stringenti in materia come la predisposizione di piani di emergenza interna ed esterna coinvolgendo così anche le prefetture, l’argomento continua a non essere prioritario nella difesa del nostro territorio.

Senza un controllo costante delle attività e una azione preventiva in quelli che possono essere dei potenziali incidenti continueremo sempre a sentire parlare di tavoli di ogni forma, di caccia al colpevole o di task force come se il compito della politica fosse soltanto quello di dare una risposta a danno fatto