LE DISCARICHE? NON SONO LA SOLUZIONE,NEANCHE IN QUESTA EMERGENZA!

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Aprile 21, 2020

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La Regione Lazio, ancora attesa al varo del rinnovo del piano dei rifiuti per adeguare i suoi standard al rispetto degli innovativi principi di economia circolare e gestione dei rifiuti, in piena emergenza nazionale da coronavirus, si appresta a ricorrere alla panacea del vecchio sistema, garantire l’ampliamento agli impianti rimasti disponibili nella regione per scongiurare il fall out, recando ulteriori danni al territorio.

Gli uffici di Via Cristoforo Colombo non hanno saputo far altro che lasciare che l’emergenza rifiuti tornasse a bussare le porte della discarica di Roccasecca e delle poche altre rimaste aperte in regione, senza alcuna soluzione e strategia nel pieno immobilismo, tornano a rivolgersi al consiglio dei ministri.
In realtà, già da marzo, scattava l’emergenza, la Regione Lazio avanzava richiesta di revoca del provvedimento della Presidenza del Consiglio dei Ministri emanato lo scorso anno, nel quale vennero fissati i termini in 14 mesi per la durata dell’esercizio provvisorio dell’impianto, per scongiurarne la chiusura e vedere ridotta la concessione all’ampliamento di discarica (concesso dalla regione malgrado il parere contrario del Ministero dei Beni Culturali).

La Regione, per quanto di sua competenza, non ha saputo trovare alcuna altra soluzione gestionale dell’emergenza, ha dato concessione alla discarica di Roccasecca, dopo aver rigettato il tentativo di mediazione avanzato dai Comuni locali, Roccasecca in primis, che chiedevano di concedere sì la sopraelevazione della discarica, ma a patto che fosse l’ultima, in cambio della rinuncia al quinto invaso della discarica, visti i primi via libera ottenuti per l’impianto.

Successivamente la Regione individuava la sopraelevazione delle discariche di Viterbo e di Latina (Borgo Montello), la nuova discarica di Monte Carnevale a Roma e il quinto bacino della discarica di Roccasecca stessa per far fronte alle previsione di flussi di rifiuti da gestire.

Con mio rammarico, purtroppo ieri il Consiglio dei Ministri, vista l’assenza di alcuna valida proposta alternativa, ha deliberato per una nuova autorizzazione all’innalzamento del capping di chiusura del bacino, sino alla quota di 16,70 metri lordi, consentendo la prosecuzione nell’esercizio dello stesso fino al 31 dicembre 2020, in risposta alle richieste formulate dalla regione in via emergenziale.
Non nascondo che l’ampliamento è un duro colpo per tutti noi, soprattutto per il nostro territorio che non merita di finire vittima di inerzie colpevoli e giochetti politici, trovo sia una scelta illogica di accanimento su un territorio già ormai compromesso, questa è una sconfitta per tutti, per le istituzioni e per il nostro paese.

Farò ricorso a tutte le mie prerogative di parlamentare e portavoce per pretendere dalle Istituzioni il coraggio di far fronte a questi problemi con maggiore serietà, rispetto, visione, lungimiranza, è necessario cambiare assolutamente marcia, occorre proporre alternative all’attuale assetto di gestione regionale dei rifiuti secondo principi praticabili e sostenibili, non potremo continuare a lasciare che l’inerzia ed i tempi farraginosi delle amministrazioni del territorio ci lascino in balia di impianti e siti già completamente sfruttati per spingerci nel baratro dell’inquinamento.

Non rinuncio dunque ad avvalermi del mio ruolo istituzionale di parlamentare esprimendo tutto il mio dissenso verso queste scelte attuate in spregio di ogni principio di buona gestione del territorio, non basta certo ricorrere ad una nuova pezza dello stato centrale, per rimediare ad anni di crisi irreversibile.

Ancora una volta sono convinta di dover rappresentare la volontà espressa dai cittadini di cessare lo sfruttamento della nostra terra, resto convinta che si debba perseguire la via della prevenzione dei problemi piuttosto che ricorrere a ripetuti atti emergenziali, occorre agire ora per scongiurare che si ripeta la medesima crisi domani, non possiamo permetterci di non avere soluzioni e continuare a sfruttare gli stessi territori, alimentando gli stessi sistemi di interessi, non facciamoci nuovamente gli stessi errori come se nulla fosse mai accaduto prima, non possiamo perseverare nella crisi e nell’emergenza, questo è quello che pretendo dal governo, perché questo è il motivo per cui svolgo il mio ruolo di Portavoce: trovare nuove soluzioni per scongiurare il fallimento di un paese.